Descrizione
I suoi frutti erano ritenuti un rimedio contro la tosse equina, da cui il nome Ippocastano, letteralmente “castagne del cavallo”. E in effetti con le foglie si fa un decotto da bere in caso di tosse o per suffumigi che liberano le vie respiratorie. Ma della pianta non si butta nulla: la corteccia si fa bollire e l’infuso ottenuto si aggiunge all’acqua del bagno per stimolare la circolazione, mentre il decotto di castagne sbucciate – che non si mangiano, però, perché tossiche – è un tonico anti couperose.